giovedì 23 febbraio 2012

Lettere dal Laos 6: I frangipane di Wat Phu.

Wat Phu - La strada verso la sommità.


Wat Phu - La scalinata.
Attraversare il nuovo ponte giapponese, uno dei pochissimi che uniscono le sponde del Mekong e percorrere la strada verso Champasak , l'antico capoluogo della provincia. La strada costeggia risaie verdi, con qualche contadino al lavoro. In effetti ormai, il grosso del lavoro è fatto e il riso cresce da solo, ma anche se deserti di cappelli a cono, questi campicelli squadrati sono una sorta di marchio di fabbrica dell'Asia e quel verde dorato intenso che brilla in controsole non può non ricordarti il suo richiamo ai frontoni dei templi, al colore delle statue di Buddha che li popolano, ad un riferimento ad una ricchezza che probabilmente qui si sente raggiunta quando hai appagato il fabbisogno minimo di cibo e la presenza di una spiritualità ritenuta comunque necessaria all'equilibrio dell'individuo e della società. E proprio ad una testimonianza di ciò, porta questa strada verso sud, alle rovine del tempio di Wat Phu. Dimenticate subito la grandiosa gloria di Angkor Wat se non vorrete rimanere delusi; qui, quello che dovete ricercare, è una atmosfera, un senso di antiche presenze cristallizzate nella pietra, simboli di pensiero e di illuminazione che sfruttano la magia dei luoghi e l'atteggiamento della mente. Il sito è grandissimo e adagiato sul fianco digradante della collina di fronte al fiume. Lunghi camminamenti a fianco ai baraj, i giganteschi serbatoi d'acqua ormai in secca, che portano alla balconata dove sorgevano le prime costruzioni, la lunga via cerimoniale e le gallerie che portano al santuario superiore fino alla corta scala che i cedimenti del terreno rendono davvero affascinante, quasi fosse stata progettata così, contorta e incavata, che conduce tempio del Lingam di Shiva, su un plateau fitto di alberi secolari. 

Wat Phu - Le immagini del Buddha.
Scoscese pareti di roccia  nascondono caverne con le sorgenti sacre, pietre in forma di animali, impronte di Buddha, in quella frammistione consueta tra buddhismo ed induismo che non stupisce certo chi conosce l'Asia. Non sai se il fascino severo del luogo provenga più dalle pietre nere e corrose che delimitano le costruzioni severe, i cui crolli aumentano il mistero piuttosto che placarlo o dal rigoglio del verde che lo rende così fresco e piacevole anche nel calore del meriggio, con i frangipane nodosi che cospargono il suolo con i petali carnosi dei loro fiori stupendi, così fitti sulle braccia, nude di foglie, come amici della sposa che stia per arrivare, preoccupati di coprire anche la pietra del terreno di bellezza; con le bouganvillee che esplodono di rossi e di aranci a colorare e vestire di gioia la montagna. La vista dall'alto è stupenda, domini la valle fino al fiume lontano e la via dei pellegrini è come una riga che taglia la pianura verde. Puoi rimanere a lungo a dominare la valle con lo sguardo, l'aria spessa, piena di profumi non ti infastidirà e quando torni a valle ti senti quasi arricchito invece che, come altre volte, stordito dalle sensazioni. Sei disposto ad ascoltare più che a parlare, così quando incontri 'o Professore, peraltro padovano, studioso globtrotter flaneur (se ne volete sapere di più date un'occhiata qui), in un localino di Pakse, davanti ad un frullato di papaya, stai a sentirlo, rapito dalle sue storie di Asia, di ambasciate, di frontiere difficili, dei luoghi dal mare incantato che questo angolo di mondo ti sa proporre con generosità, dove se sai vivere di poco, puoi passare mesi a goderlo e quando se ne va sulla sua moto scalcagnata in affitto, in canotta col casco slacciato, lui ultrasettantenne cardiopatico dal sarcasmo corrosivo e dal sorriso enigmatico, ti dà uno dei tanti insegnamenti di come si può vivere la vita.

Wat Phu - La via sacra.


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3 commenti:

il monticiano ha detto...

E sì perché tu sei da meno di 'oProfessore". Tutto quello che scrivi nei tuoi post è veramente affascinante.

Adriano Maini ha detto...

Vedo una grande conferma al fatto che da quelle parti ci sono tesori nascosti che vanno fatti conoscere, oggi che le cautele del caso dovrebbero essere pur loro assicurate.

Enrico Bo ha detto...

@Monty - Grazie, ognuto tira le frecce del suo arco come può.

@Adri - Il mondo è pieno di luoghi interessanti. Serve solo la voglia di andarli a vedere.

Where I've been - Ancora troppi spazi bianchi!!! Siamo a 114 (a seconda dei calcoli) su 250!